Tra le tante novità presentate ieri all’evento Google I/O ne è stata annunciata una anche per l’app di Gmail per Android e iOS: le smart reply o risposte intelligenti.
Grazie all’utilizzo del machine learning, Gmail è ora in grado di analizzare al volo il contenuto di un’email e proporre una risposta veloce predefinita, come un semplice “OK” o “Grazie”.
Le risposte intelligenti sembrano più una funzionalità concepita per le chat, piuttosto che per le email, soprattutto considerando la brevità delle risposte suggerite. Tuttavia, è probabile che molti utenti tendano ad usare anche le email per comunicazioni rapide, e torni quindi utile poter rispondere con un semplice tap su una risposta predefinita, nonostante il tempo richiesto per scrivere un semplice “Ok!” sia davvero minimo.
Questa funzione era stata già introdotta in Inbox più di un anno fa e in Allo più di recente, ed evidentemente la risposta positiva da parte degli utenti ha spinto il team a lanciare le risposte intelligenti anche in Gmail.
In Inbox restano più interessanti le risposte predefinite, che permettono invece di creare manualmente risposte predefinite anche lunghe, pronte per essere inviate in caso di richieste ricorrenti.
Per chi non fosse interessato alle smart reply, comunque, è possibile disattivarle accedendo alle impostazioni dell’app di Gmail:
Al di là della nuova funzione introdotta, questo annuncio lascia intravedere una novità più interessante: Gmail ha iniziato a integrare le funzioni sperimentali di Inbox.
Come discusso nel nostro articolo Un anno dopo: restare con Gmail o passare a Inbox?, infatti, Inbox è un servizio indipendente che ruota intorno a una filosofia specifica – quella dell’Inbox Zero – ma che viene visto anche come un laboratorio sperimentale per l’introduzione di nuove funzioni, come i promemoria e lo snooze dei messaggi.
Vedere quindi l’assorbimento delle risposte intelligenti da parte di Gmail, lascia sperare che anche le altre funzioni sperimentali del servizio, presto o tardi, verranno integrate direttamente in Gmail, a vantaggio di quel miliardo di utenti che ogni mese utilizza con passione il servizio.
Quel giorno probabilmente ci chiederemo: serve ancora Inbox?