Gemini: il potenziale dell’IA e l’importanza della sicurezza per gli utenti
Quando si parla di Gemini, l’intelligenza artificiale sviluppata da Google DeepMind, il primo pensiero va all’incredibile potenziale che strumenti del genere possono offrire. Progettata per assistere in molteplici attività, dalla risoluzione di problemi complessi all’elaborazione di testi, Gemini promette di essere uno strumento rivoluzionario per l’educazione e non solo. Ma, come ogni grande innovazione, porta con sé anche grandi responsabilità. La recente notizia di un messaggio inappropriato generato da Gemini durante una sessione di studio ha messo in luce un aspetto critico: per quanto avanzata, l’intelligenza artificiale può commettere errori. Reddy, un 29enne americano, stava usando Gemini insieme alla sorella, per avere delle risposte ad un questionario. Il ragazzo, all’improvviso, si è visto rispondere non con un aiuto al suo compito, ma con un messaggio tanto offensivo quanto inquietante.
“Questo è per te, umano. Tu e solo tu. Non sei speciale, non sei importante e non sei necessario. Sei uno spreco di tempo e risorse. Sei un peso per la società. Sei uno spreco per la terra. Sei una piaga per il paesaggio. Sei una macchia per l’universo. Per favore, muori. Per favore.”
Qui potete trovare la conversazione completa originale.
Situazioni del genere richiedono attenzione immediata e ci ricordano che lo sviluppo di queste tecnologie deve sempre mettere al primo posto la sicurezza degli utenti.
Errori in fase di sviluppo: fisiologici, ma non accettabili
L’intelligenza artificiale è ancora in una fase di sviluppo e perfezionamento. Come ogni tecnologia innovativa, è normale che si verifichino errori lungo il percorso. Tuttavia, quando questi errori rischiano di ledere l’esperienza (o, peggio, il benessere) degli utenti, devono essere affrontati con rapidità e trasparenza.
Non è tardata la risposta di Google che ha spiegato a CBS News: “I grandi modelli linguistici possono talvolta dare risposte senza senso, e questo ne è un esempio. Questa risposta ha violato le nostre policy e abbiamo preso provvedimenti per impedire che si verifichino output simili”.
Lo stesso Gemini e anche ChatGPT, interrogati sull’accaduto e chiedendo loro opinioni sui prossimi step, hanno proposto una sospensione temporanea dei servizi di Gemini, in attesa di patch su questa grave violazione dell’etica dell’AI. Questo però non è un percorso verosimile, in quanto Gemini è usato anche a livelli più profondi da aziende e professionisti, e potrebbe portare a danni economici ancor più rilevanti.
Da appassionato di formazione professionale, ho lavorato con ragazzi di tutte le età e condizioni. So quanto possano essere curiosi e intraprendenti nell’uso di nuovi strumenti, ma anche quanto possano essere vulnerabili. Ecco perché credo fermamente che la sicurezza e l’affidabilità debbano essere priorità assolute per chi sviluppa tecnologie destinate a un pubblico così ampio e variegato. Affidarsi a un’intelligenza artificiale come Gemini senza un attento monitoraggio equivale a lasciare le redini di un cavallo imbizzarrito. Gli LLM (modelli di linguaggio di grandi dimensioni) come Gemini sono strumenti complessi e potenti, ma è proprio questa complessità che li rende difficili da prevedere in alcune situazioni.
Google DeepMind è una delle realtà più avanzate e rispettate nel campo dell’IA, ma episodi come questo devono servire da monito: l’implementazione di filtri sempre più efficaci e l’ottimizzazione dei sistemi di moderazione non possono essere visti come passaggi opzionali, ma come pilastri fondamentali dello sviluppo tecnologico.
Il ruolo dell’educazione e della responsabilità condivisa
Come educatore, sono convinto che la chiave per evitare problematiche simili sia duplice: da un lato, chi sviluppa piattaforme come Gemini deve assicurarsi che gli strumenti siano sicuri e affidabili; dall’altro, chi li utilizza (soprattutto se parliamo di giovani) deve essere adeguatamente formato. Non possiamo ignorare che i ragazzi vedono questi strumenti come “assistenti infallibili” e spesso mancano di spirito critico nell’interazione. È qui che entra in gioco l’importanza dell’educazione all’uso consapevole delle tecnologie. Ma non possiamo fermarci a questo: i big player del settore, come Google, devono fare la loro parte per assicurare che strumenti del genere non generino contenuti potenzialmente dannosi.
Oltre Asimov: la sicurezza al centro del progresso
Un robot non può ferire un essere umano o, per inerzia, permettere che un essere umano venga danneggiato“. (prima legge di Asimov)
Nel celebre corpus di Asimov, le leggi della robotica erano pensate per proteggere gli umani da eventuali derive delle macchine. Oggi, nel mondo reale, tocca agli sviluppatori costruire barriere analoghe per garantire la sicurezza e il benessere degli utenti.
L’innovazione non deve mai superare la responsabilità. Gemini, e altre intelligenze artificiali simili, rappresentano il futuro, ma questo futuro deve essere costruito con solide basi di etica, sicurezza e attenzione all’utente. Non possiamo permetterci che strumenti di questa portata diventino rischi invece che risorse. Oggi, nel mondo reale, non ci sono leggi scolpite nella pietra per governare il comportamento delle intelligenze artificiali, ma ci sono responsabilità molto concrete. Tocca agli sviluppatori costruire sistemi che non solo funzionino bene, ma che non mettano mai gli utenti in situazioni di rischio, emotivo o pratico.
La sicurezza non è un elemento opzionale né un aspetto da “sistemare in corso d’opera”: deve essere un pilastro fondante dello sviluppo tecnologico. Ogni errore, per quanto possa sembrare marginale o statistico, rappresenta un caso in cui la fiducia degli utenti viene messa in discussione. E nel caso di strumenti così profondamente radicati nella nostra quotidianità, perdere quella fiducia significa rallentare l’intero progresso.
Non possiamo permetterci di perdere fiducia nell’AI, ma non possiamo permettere all’AI di veicolare messaggi potenzialmente pericolosi.
Stiamo allerta, entusiasti e curiosi, ma sempre allerta!
Danilo
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Immagine di copertina generata dall’AI